Novara è un pittoresco paese siciliano, classificato tra i “borghi più belli d’Italia”, grazie al suo centro storico medievale, e la sua posizione nel cuore di una regione boscosa. È costruito sul fianco della Rocca Salvatesta, da dove il panorama si estende fino alle antiche vestigia di Tindari sulla costa. A sud la punta rocciosa della Rocca raggiunge i 1340 metri.
Occupata dai saraceni che vi costruirono un castello, Novara fu colonizzato da soldati del nord Italia (longobardi) che accompagnarono i normanni, legando a questa regione un dialetto gallo-italico che vi è sempre parlato.

Il centro storico medievale è formato da vicoli lastricati che si insinuano tra le antiche casette, a volte coperte da archi, con facciate decorate e belle chiese. Le costruzioni si notano per i materiali impiegati, come le pietre di arenaria locale e il marmo cipollino negli edifici religiosi.

Si scopre dall’alto di Novara una bella terrazza con le magre vestigia del castello saraceno, e nella città la bella chiesa di San Giorgio con le sue colonne e il soffitto a cassettoni; la chiesa di Sant’Antonio Abate; la cattedrale di Santa Maria Assunta del XVI secolo; o la chiesetta di San Francesco del XIII secolo. A 5 km, l’abbazia di Santa Maria La Noara del XII secolo risale al regno di Ruggero II.

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Visita

In cima al paese rimangono solo alcune rovine dell’antico castello saraceno, con una bella terrazza dominando una scogliera, che offre una bella vista sulla valle fino al mare.

La cattedrale di Santa Maria Assunta risale al XVI secolo. L’interno in stile rinascimentale è diviso da tre navate separate da colonne monolitiche. Il coro ligneo dell’abside risale al XVIII secolo, con un altare in marmo prezioso, o un battistero in marmo cipollino locale, o una statua dell’Assunzione.
Continuando a scendere, la chiesa di San Francesco del XIII secolo non manca di eleganza, con il suo tetto in legno, e che è la più antica chiesa della città.
Poco più a ovest di Corso Emmanuele, la chiesa dell’Annunziata del XVII secolo è divisa da tre navate separate da colonne in pietra che conservano diversi capolavori, tra cui un gruppo marmoreo dell’Annunciazione del XVI secolo.

Nel quartiere meridionale della città, la chiesa di Sant’Ugo Abate del XVII secolo del monastero cistercense conserva un imponente reliquiario ligneo o un dipinto dell’Annunciazione di Stetera (1570).

Al centro del paese la chiesa di San Nicolò risale al XVII secolo, con un bel portale in facciata.
Nella parte bassa della città, ad est, si scoprono altre due belle chiese monumentali. San Giorgio Martire risale al XVII secolo e serve ormai come auditorium, con belle colonne corinzie all’interno e un soffitto a cassettoni. La chiesa di Sant’Antonio risale al XVI secolo, con un portale in stile normanno e un bel campanile a forma di freccia, conservando statue in legno e dipinti.

Si distinguono diversi palazzi ed edifici, tra cui il palazzo municipale che è un antico oratorio, il palazzo Stancanelli, o la casa Fontana al di sotto della cattedrale del XVIII secolo con la sua parete del XVII, il teatro Casalaina.

Dintorni

A 5 km da Novara l’abbazia di Santa Maria La Noara fu fondata nel XII secolo da Sant’Ugo Abate sotto Ruggero, il re normanno, che fu il primo edificio cistercense di Sicilia, caratterizzato dalla sobrietà della sua architettura.

Tradizioni e gastronomia

Una famosa produzione locale è il formaggio maiorchino, a base di latte di pecora, associato anche ad una competizione tradizionale durante il carnevale. Altre produzioni sono la ricotta, la provola o le nocciole.

Tradizionalmente, durante le feste di agosto, si consuma la pasta Ncasciada con stufato di vitello e di pecora, con polpette di carne, melanzane e pane grattugiato.
Si consuma anche le lempi e trori, miscela di legumi (fagioli, mais, lenticchie) e di frumento.
La frittui è carne di maiale cotta con lardo, cotenne, budella, polmoni, cuore e fegato dello stesso animale.

Per quanto riguarda la pasticceria, u risu niru è riso con nocciole tostate, cacao, caffè, scorza d’arancia e cannella. La cassatelli è una pasta frolla con fichi, miele, cannella, nocciole. Il raviiò sono ravioli fritti ripieni di ricotta, profumati con cannella e immersi nel vino. La pignurada è una pasta macinata tagliata a dadini e fritta, e l’apostolo è un cannolo locale alla ricotta con glassa.

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