A 700 metri di altitudine, Monterosso è un borgo dei Monti Iblei, spesso innevato in inverno.
I suoi dintorni sono stati a lungo occupati dall’uomo. Le necropoli di Calaforno ed il Monte Casasia furono infatti popolati dai Siculi (dopo il X secolo a.C.), dove i sotterranei che fungevano da tombe furono poi utilizzati dai primi cristiani all’epoca romana.
Storia
Sotto i normanni, il paese era posseduto dalla famiglia Altavilla che dirigeva la Sicilia. Era una città relativamente poco popolata si chiamava Monte Jahalmo. Successivamente la città fu controllata dal conte Enrico Rosso (di una famiglia discendente degli Altavilla) che ci costruì un castello, di cui si sono perse le tracce. Dopo il matrimonio di Enrico con la figlia di Federico Chiaramonte, la città fu incorporata nella contea di Modica, denominata allora Monterosso.
Dopo la caduta dei Chiaramonte, intorno al 1393, la contea passò nelle mani di Bernardo Cabrera. Avido di potere, ha spinto il paese alla rovina, indebitato dopo non essere riuscito a conquistare la corona di Sicilia.
Nel 1649 iniziò la costruzione del convento di Sant’Anna. L’11 gennaio 1693 Monterosso subì il terribile terremoto che distrusse la Sicilia orientale.
Dalla cappella di Sant’Antonio e del vecchio mulino rimangono le uniche rovine della città antica.
Monterosso fu ricostruita nel XVIII secolo a un’altitudine più elevata sul lato della montagna, assumendo la forma attuale.
Visita
Il paese si estende su diversi livelli, con nel suo cuore la pittoresca e vivace Piazza San Giovanni. Questa è chiamata «u chianu», che significa pianura, situata tra la parte alta e la parte bassa del borgo. Vi si trovano diversi palazzi di grandi famiglie che ricordano il prestigioso passato di Monterosso, come il palazzo Cocuzza, il palazzo dei baroni Noto, edifici ottocenteschi e neoclassici (tra cui il municipio e il Palazzo Sardo) ma anche gli edifici religiosi, con in primo luogo la chiesa di San Giovanni Battista, la più importante della città, e quella del convento di Sant’Anna, inaugurata dai francescani nel 1652.
San Giovanni Battista domina maestosamente un’ampia scalinata, ricostruita in parte nel XVIII secolo con una facciata a tre livelli da cui spiccano bei colonnati slanciati, coronata da un campanile. L’interno conserva splendidi stucchi, opere locali e belle statue.
Da questa piazza, si può eventualmente fare un anello scendendo il Corso Umberto I fino al piccolo belvedere (con un vecchio abbeveratoio), poi risalendo la via lastricata della via Pagano fiancheggiata dalle sue vecchie case modeste, prima di scendere fino a Piazza San Giovanni.
Prendendo via Roma verso nord, si passa davanti ad alcuni palazzi borghesi e nobiliari, tra cui il palazzo delle orsoline del XVII secolo, e alcuni palazzi neoclassici.
Si raggiunge più avanti la piccola Piazza Sant’Antonio, con il barocco Palazzo Burgio (XVII sec.), e la suggestiva chiesa barocca dell’Addolorata, dedicata a Sant’Antonio Abate. Risalente al XIV secolo, è stata ricostruita nel XVIII secolo. La sua facciata ha un bel portale tardo barocco. L’interno conserva una grande pala d’altare del 1525 raffigurante il martirio di San Lorenzo, un acquasantiere del XV secolo, e la statua di Nostra Signora dei Dolori dell’altare centrale (XIV secolo).
Dopo la piazza, la Chiesa Madre che fu ricostruita dopo il terremoto del 1693, domina un’ampia scalinata con la sua facciata neogotica. Della chiesa originaria del XIII secolo rimangono solo due acquasantiere e una pietra dietro l’altare. Il crocifisso in legno sarebbe opera del frate francescano Umile da Petralia.
Nel periodo natalizio questo quartiere della città diventa teatro di un presepe vivente e attira numerosi visitatori.
Informazioni
Monterosso Almo
Siti esterni : it.wikipedia.org, www.comune.monterossoalmo.gov.it, borghipiubelliditalia.it
Categoria Monti Ibliei
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