Altri edifici arabo-normanni che si possono scoprire a Palermo, oltre ai siti iscritti dall’Unesco (vedi i siti arabo-normanni iscritti dall’Unesco).

Ponte dell’Ammiraglio a Palermo

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Giuseppe Nodari, 1860, I Mille attraversano il ponte dell’Ammiraglio a Palermo

Il Ponte dell’Ammiraglio è stato costruito durante il regno del re normanno Ruggero II (1130-1154). Il suo nome è legato al suo fondatore Giorgio d’Antiochia, l’ammiraglio (« l’emiro degli emiri ») del regno, e anche fondatore della chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio.
È una testimonianza importante dell’architettura civile normanna e dell’ingegneria medievale nel Mediterraneo. Per l’epoca si distingue per le sue dimensioni imponenti.
Il 27 maggio 1860 si svolse la « battaglia del Ponte dell’Ammiraglio », quando le truppe di Garibaldi scesero dal loro accampamento sul monte di Gibilrossa per affrontare gli eserciti borbonici che presidiavano il ponte. Dopo un duro combattimento, i difensori si rifugiarono nelle mura di Palermo. Nei giorni successivi, con l’aiuto della rivolta popolare, l’« Esercito dei Mille » occupò la città fino alla richiesta di armistizio dei Borboni il 30 maggio.

Costruito interamente in pietra squadrata, attraversava il fiume Oreto, fuori dalle mura della città. Dal 1938, il corso del fiume è stato definitivamente deviato dopo importanti inondazioni.
La parte inferiore dell’edificio è interrata, e il livello attuale della zona recintata è tre metri sotto quello della strada.
La sua forma è a « schiena d’asino », con due rampe simmetriche dritte, sette arcate a sesto acuto, le cui arcate sono sostenute da sei pilastri massicci dotati anche di aperture per ridurre la pressione delle acque.

Indirizzo: Corso dei Mille, 399-409, 90123 Palermo
Siti esterni: it.wikipedia.org, turismo.comune.palermo.it

Parco della Favara, Castello di Maredolce

Il Castello di Maredolce, o Palazzo della Favara, è uno dei « Sollazzi regi » normanni, palazzi normanni nei sobborghi di Palermo, tra cui la Zisa, la Cuba, la Cuba Soprana con la Cubula, e il Castello dell’Uscibene.
Si trova a sud-est di Palermo, ai piedi delle pendici del Monte Grifone. Di architettura islamica, possedeva un giardino lussureggiante e un vasto bacino d’acqua di cui rimane una parte generalmente prosciugata.
Il suo nome deriva dall’arabo fawwarah, che significa sorgente d’acqua, poiché una di queste sgorgava nelle vicinanze.

Questa villa suburbana segue i modelli degli àgdal, i palazzi-giardini arabo-persiani. Probabilmente circondata da una cinta muraria, contava anche un hammam. Edificato intorno al 1071, Ruggero II lo trasformò successivamente nella sua residenza nel XII secolo, circondandolo di un’estensione d’acqua su tre lati. È citato con elogio da testimoni dell’epoca per la sua armonia e bellezza, ed è celebrato dal poeta arabo Abd-al-Rahman.
L’archeologia ha rivelato l’esistenza precedente di una costruzione islamica, indicata da testimoni come il palazzo dell’Emiro Giaʿfar nel X secolo.
Dopo i normanni, gli svevi lo trasformarono in una fortezza, e nel 1328 fu affidato ai cavalieri teutonici, che lo trasformarono in un ospedale. Di proprietà di varie famiglie, divenne una fattoria alla fine del XVII secolo.
Il monumento è stato restaurato quando è stato acquisito dalla regione siciliana negli anni ‘90, mentre molte costruzioni abusive occupavano il cortile interno.

La costruzione è di forma rettangolare, con un cortile interno originariamente circondato da un portico di cui rimangono le tracce delle volte lungo i muri.
Un’isola emergeva dal vasto bacino, dove crescevano palme e agrumi.
Il lato asciutto contava quattro ingressi. All’interno, c’è la cappella del palazzo con un cancello sormontato da una cupola semi-sferica, una grande sala rettangolare, forse collegata a una Sala del Trono. La struttura dell’hammam adiacente è stata incorporata in un edificio nel XIX secolo.
Il bacino era popolato da numerose specie di pesci. Il giardino era ricco di molte specie di alberi, agrumi, piante da frutto, attraversato da corsi d’acqua e popolato da animali esotici, seguendo il modello dell’epoca nel mondo islamico.

Indirizzo: Vicolo del Castellaccio, 90124 Palermo
Siti esterni: it.wikipedia.org, turismo.comune.palermo.it

Castello a mare di Palermo

Il parco archeologico di Castellammare è uno spazio verde situato appena a nord del porto della Cala, intorno all’antica fortezza del Castello a Mare, quasi completamente distrutta dopo l’unificazione italiana, dove si trova anche un’antica necropoli islamica.
L’origine del castello risale ai Normanni, forse ai musulmani. Un documento dell’XI secolo menziona due torri collegate da una catena per chiudere il porto.
Nel XVI secolo, bastioni difensivi proteggevano la fortezza con una cinta quadrangolare. Vicino alla porta di accesso esistevano anche un palazzo e una chiesa di origine normanna all’ingresso del forte.
Nel 1922 e 1923, quasi tutta la fortezza fu demolita per ampliare il porto di Palermo.

Rimangono in piedi solo l’ingresso del XV secolo, le basi dei bastioni del XVI secolo e una parte dell’antico mastio (restaurato intorno al 1935), di cui restano elementi del XIII secolo, dell’epoca normanna o di quella di Federico II.

Indirizzo: Via Filippo Patti, 25, 90133 Palermo
Siti esterni: it.wikipedia.org, turismo.comune.palermo.it

Chiesa di Santa Maria Maddalena a Palermo

La chiesa di origine normanna di Santa Maria Maddalena si trova oggi nel cuore del quartiere del Cassaro, all’interno di una caserma militare nell’antica Galka, oggi sede del Comando della Legione dei Carabinieri di Sicilia, visitabile solo in alcune occasioni. Dagli anni ’40 è dedicata ai carabinieri siciliani caduti in guerra.

È una piccola chiesa, in stile tipicamente arabo-normanno del XII secolo, costruita per volere dell’arcivescovo Gualtiero come cappella per accogliere le tombe reali durante i lavori della nuova cattedrale (dove erano precedentemente custodite nella Cappella Maddalena).
L’attuale facciata presenta un portale del XVI secolo e conserva un campanile medievale. In origine, una cupola coronava il presbiterio.
L’interno ricorda quello della chiesa di San Cataldo, con tre navate separate da arcate sorrette da quattro colonne decorate con eleganti capitelli scolpiti. La larghezza delle arcate diminuisce avvicinandosi all’abside, creando l’illusione di una maggiore profondità interna. Le absidi sono separate da piccole colonnine incastonate in nicchie.

Indirizzo: Via Vittorio Emanuele, 469, 90134 Palermo
Siti esterni: it.wikipedia.org, www.palermoviva.it

Chiesa della Santissima Trinità (panoramica)

santa trinita, magioneIl santuario della Santissima Trinità fu costruito alla fine del XII secolo, probabilmente al posto di una moschea, ed è una delle ultime realizzazioni normanne, fondato nel 1191.

Un giardino precede la chiesa, a cui si accede attraverso un portale di epoca barocca.
La facciata è caratterizzata dall’influenza islamica, con ad esempio i portali ad arco ogivale circondati da decorazioni … [leggi di più nella pagina delle altre chiese: Chiesa della Santissima Trinità].

Indirizzo: Via Magione, 44, 90133 Palermo
Siti esterni: it.wikipedia.org, turismo.comune.palermo.it, www.palermoviva.it

Cuba Soprana e Piccola Cuba

villa-napoliLa Cuba Soprana, si trovava a 200 metri a ovest della Cubula, acquistata nel XVIII secolo da Don Carlo Napoli che ne fece l’attuale Villa Napoli. Dell’edificio originario rimangono solo gli elementi sulla facciata orientale con un arco ogivale e aperture murate.
Nel seminterrato è stato scoperto un complesso sistema di canalizzazioni che sembra aver alimentato una fontana e una vasca esterna.
La Cubula, o Piccola Cuba, si trova sull’asse della facciata orientale della villa, a 200 metri a est, e a 400 metri a ovest del palazzo della Cuba, nel grande parco Genoardo dove scorrevano le acque che alimentavano il lago [leggi di più nella pagina dedicata alla Cuba].

Indirizzo: Via Giuseppe Arcoleo, 34, 90129 Palermo
Siti esterni: it.wikipedia.org, www.palermoviva.it

Cappella di Santa Maria dell’Incoronata

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Loggia dell’Incoronazione

L’antica cappella normanna di Santa Maria dell’Incoronata era probabilmente collegata all’antica cattedrale nel XII secolo, prima della ricostruzione di quest’ultima.
Strutture più antiche, come pilastri e mura, sono visibili nell’attuale seminterrato, probabilmente legate all’antica moschea.
Il portico esterno sul lato ovest, la “Loggia dell’Incoronazione”, era tradizionalmente il luogo da cui i re si mostravano al popolo. Fu trasformato in oratorio alla fine del XVI secolo.

Indirizzo: Via Giuseppe Arcoleo, 34, 90129 Palermo
Siti esterni: turismo.comune.palermo.it, it.wikipedia.org

Chiesa di San Cristina la Vetere a Palermo

Questa chiesa sarebbe stata costruita tra il 1171 e il 1174 dall’arcivescovo Gualtiero per conservare le reliquie di San Cristina la Vetere, che era la santa protettrice di Palermo prima di Santa Rosalia.
In seguito fu eretto un convento accanto, poi un ospizio per pellegrini e un oratorio, dove si offrivano cure e ristoro ai viaggiatori.

Si tratta di un edificio a forma cubica. Delle quattro arcate aperte che incorniciavano l’edificio originale, ne rimane solo una, murata, sul lato ovest. L’ingresso attuale, sul lato sud, è un portale del XVI secolo.
Si suppone che originariamente fosse il primo livello di una torre, a causa dello spessore delle mura, della progettazione massiccia e dell’assenza di una cupola centrale.
All’interno, quattro pilastri sostengono archi a sesto acuto su cui poggiano la volta centrale e le piccole volte angolari. Le volte laterali sono a botte.
Nel XVI secolo, l’abside originaria fu distrutta da un incendio e sostituita dall’attuale cappella a pianta rettangolare.

Indirizzo: Cortile Pellegrini, 90134 Palermo
Siti esterni: turismo.comune.palermo.it, it.wikipedia.org

Castello dell’Uscibene

I resti del Palazzo Uscibene, o Scibene, in un quartiere della periferia di Palermo, furono riscoperti nel 1856, restaurati nel 1928, ma oggi sono quasi abbandonati e inglobati da abitazioni degli anni ’60. Tuttavia, un progetto di riqualificazione è stato avviato nel 2021.
Era uno dei “Sollazzi Regi”, palazzi di piacere e relax dei re normanni, che sembra risalire al XII secolo, e forse originariamente era una sorta di riyàd.
Nelle vicinanze esisteva un giardino ricco d’acqua e circondato da mura, e la parte alta del sito è occupata dalla cappella a pianta rettangolare, senza abside. Le mura esterne di quest’ultima presentano finestre ogivali cieche. All’interno, in cattive condizioni, si possono vedere sulla parete meridionale i resti di un affresco gotico.

L’edificio si sviluppava su due livelli, con al piano inferiore un îwân (sala voltata su tre lati in stile persiano) e sale adiacenti. Un arco ogivale apriva l’iwan sull’esterno.
All’interno la copertura presenta una volta a crociera con tre nicchie, con quella centrale che conserva i resti di una muqarnas con alveoli. Da una fontana sulla parete di fondo, l’acqua scorreva in un canale che attraversava la sala e usciva per alimentare una vasca.
Dall’îwân centrale si accedeva, tramite una scala, al livello superiore, di cui rimane solo la cappella precedentemente citata.

Indirizzo: Via Nave, 6, 90135 Palermo
Siti esterni: it.wikipedia.org, www.palermoviva.it

Qanats di Palermo

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Qanat del Gesuitico basso

I qanats di Palermo sono una grande opera idraulica, costruita sotto terra a partire dalla dominazione islamica in Sicilia. Hanno permesso la creazione di giardini lussureggianti, l’alimentazione di bacini per pesci, vivai, bagni pubblici e fontane che i Normanni apprezzavano particolarmente.
Questa conoscenza dell’ingegneria idraulica fu applicata nella pianura di Palermo dai musulmani, partendo dalle conoscenze acquisite dai Persiani, adattandola alle condizioni locali (il qanat è il canale sotterraneo di tipo persiano).
Poiché il sottosuolo di questa pianura è principalmente costituito da calcare, una roccia friabile facile da lavorare, fu facile creare una vasta rete scavando queste gallerie per canalizzare l’acqua (un’affermazione che forse sarebbe da moderare da chi impugnava lo scalpello). Lo scavo veniva effettuato dalla parte bassa verso l’alto, per evitare ruscellamenti, risalendo la valle fino alla falda acquifera, con una pendenza minima inferiore allo 0,5% per garantire un flusso costante e abbastanza lento da evitare l’erosione delle pareti.
Pozzi verticali venivano scavati a intervalli regolari, alcuni dei quali a Palermo si aprivano su bacini sotterranei.

Oggi, sono visitabili tre di questi canali con visite guidate da speleologi: il Gesuitico basso o della Vignicella, largo circa 80 cm; il Gesuitico alto costruito nel XVI secolo, e quello dell’Uscibene con la sua “Camera del Scirocco”.

A questi qanats erano anche associati ipogei, come bagni ebraici (miqweh), stanze sotterranee con bacini, tra cui le camere del sirocco, costruite sotto le grandi ville, in particolare nel XVIII secolo, piastrellate e attraversate dai qanat. Si veniva d’estate a prendere il fresco.
Tra le “camere del sirocco” di Palermo, quella di Fondo Micciulla, vicino al palazzo dell’Uscibene, è una delle più conosciute. Prima della sua sistemazione nel XIX secolo, era una grotta naturale. Una scalinata in pietra scende nella vasta sala sotterranea, dove lunghe panche sono scavate nelle pareti curve.

Qanat Gesuitico Alto

Indirizzo: Fondo Micciulla, 25, 90135 Palermo
Siti esterni: www.palermoviva.it, www.prefabbricatisulweb.it

Chiesa dello Spirito Santo o delle Vespri

La chiesa dello Spirito Santo e il monastero cistercense furono costruiti tra il 1173 e il 1178 a sud di Palermo, vicino al fiume Oreto. È anche conosciuta come la chiesa delle Vespri perché il 31 marzo 1282 si svolse lì un episodio delle “Vespri Siciliani”, durante il quale un palermitano uccise un soldato francese che aveva offeso sua moglie, evento che avrebbe scatenato la rivolta che portò alla cacciata dei francesi dalla Sicilia.
La struttura normanna fu recuperata verso la fine del XIX secolo, eliminando il pesante apparato barocco. Si possono riconoscere gli stili arabo-normanni e gotici cistercensi, con archi a sesto acuto incrociati, una facciata sporgente posteriore incompiuta [continua a leggere sull’articolo sulla chiesa dello Spirito Santo].

Indirizzo: 90127 Palermo
Siti esterni: it.wikipedia.org, turismo.comune.palermo.it, www.palermoviva.it

Fonti del Gabriele

Non lontano dall’aeroporto di Boccadifalco, ai piedi del massiccio chiamato “conigliera”, si trovano le fonti del Gabriele, un fiume il cui nome deriva dall’arabo Garbel, che significa Grotta che irriga. Oggi sono gestite dall’Amap, la società a capitale pubblico che gestisce l’acqua dell’area metropolitana di Palermo. Il sito coperto conta in realtà quattro sorgenti, provenienti dalla falda acquifera alimentata dalle acque delle colline.
La visita è consentita solo durante eventi speciali.

È un bel posto rinfrescante, a cui si accede tramite una scalinata ripida, coperta da volte in mattoni, dove le acque sgorgano con un rumore proveniente dalle rocce per alimentare un bacino prima di rifornire l’acquedotto di Palermo. Le visite permettono di scoprire diverse sorgenti e canali.
Le prime testimonianze (X secolo) descrivono le Fonti del Gabriele come un luogo all’aperto, in mezzo a una vegetazione densa. Le sue acque alimentavano non solo le fontane pubbliche, ma anche mulini o i bacini dei palazzi della Zisa e della Cuba.
Fu per proteggere l’acqua dalle varie contaminazioni, come il lavaggio dei vestiti, che il sito fu circondato da muri e coperto da pietre di tufo a partire dal 1771.

Indirizzo: Stradella Riserva Reale, 8, 90136 Palermo
Siti esterni: www.palermoviva.it

Informazioni

Articoli: Monumenti di Palermo