Vicino alla costa del Golfo di Castellammare, Alcamo è una piccola città di 45.000 abitanti situata ai piedi del Monte Bonifato, noto prima per la sua produzione di vino e avendo conservato un interessante patrimonio. Dista poco più di 10 km dalla città costiera di Castellammare del Golfo.

Questi dintorni del Monte Bonifato erano frequentati fin dall’antichità, sul tragitto tra l’ovest dell’isola e Palermo. Un villaggio fu chiamato Alqamah dagli arabi, che si sviluppò soprattutto nel XIV secolo attorno al suo castello.
Alcamo ha conosciuto la sua prosperità per secoli grazie ad un intenso commercio, esportando soprattutto vino e grano, producendo anche marmo.

Nel centro storico, con le sue belle strade lastricate, si possono scoprire il castello dei Conti di Modica, palazzi storici, o chiese con ricche opere d’arte come sculture dei Gagini, stucchi di Serpotta, o tele di Borremans.
Il monte Bonifato e il suo bosco sono protetti da una riserva naturale, dominati dalle rovine del Castello Ventimiglia, e da dove si possono godere bei panorami sul golfo di Castellammare.

Visita di Alcamo

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Castello dei conti di Modica

Il sito più interessante della città è il castello dei conti di Modica del XIV secolo, che domina Alcamo con la sua struttura robusta, dotata di quattro torri angolari, costruito sotto i Chiaramonte, e oggi sede di un museo.

L’arteria principale, il Corso VI Aprile, divide la città da ovest a est, tagliata dalle numerose vie perpendicolari.
In passato il centro storico, corrispondente al quartiere nord-est dell’attuale città, era protetto da un muro forato da nove porte protette dal castello lato sud, oggi scomparse.
Tra le facciate degli edifici, San Tommaso è una piccola chiesa che custodisce un superbo portale gotico in stile Chiaramonte del XV secolo.
Ci sono alcuni palazzi notevoli, tra cui soprattutto la torre del Palazzo di Ballis (XV secolo) con la sua bella cornice, o la torre Calandrino di fronte alla Chiesa Madre che risale al medioevo.

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Il Corso VI Aprile fu battezzato in riferimento ad una gloriosa giornata del 1860, in cui Alcamo, poco dopo lo sbarco di Garibaldi e delle sue truppe in Sicilia, gli aprì le porte, proclamando un governo provvisorio opposto ai Borboni.

Chiese

Molte chiese della città conservano opere notevoli come quelle della scuola dei fratelli Gagini, di Serpotta o di Borremans.

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Trittico, chiesa Madre (Gagini)

La basilica di Santa Maria Assunta (Chiesa Madre), risalente al XIV secolo, fu in gran parte ricostruita in seguito al XVII secolo, con un bel interno dove colonne in marmo rosso separano le tre navate, con affreschi di Borremans sulla volta centrale, un San Pietro di Giacomo Gagini (1586), e Antonello Gagini è l’autore di diverse opere come uno splendido trittico (1519) o un crocifisso.

Ricordiamo poi la chiesa di San Francesco d’Assisi del XIV secolo con opere dei Gagini.

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Sant’Oliva (A. Gagini)

La chiesa di Sant’Oliva conserva una bellissima statua della Santa (1511) di Antonello Gagini e altre opere.
La chiesa barocca dei Santi Cosma e Damiano conserva statue in stucco di Giacomo Serpotta del XVIII secolo e tele del pittore fiammingo Borremans.
La bella chiesa del Collegio dei Gesuiti chiude la bella piazza Ciullo.
La chiesa di San Tommaso conserva, come precedentemente citato, uno splendido portale gotico in stile Chiaramonte.
San Paolo e Bartolomeo è anche una bella chiesa, e San Francesco da Paola conserva anche sculture di Serpotta.

Monte Bonifato e dintorni

Sul monte Bonifato si trova la Riserva Naturale del Bosco di Alcamo, e sulla sommità un interessante sito archeologico ha rivelato un’occupazione in diverse epoche, la prima tra il IX e il V. a.C. dove furono rinvenute importazioni di ceramiche ioniche e attiche, ma anche un’occupazione medievale fino al XIII secolo con i normanni. I resti del castello dei Ventimiglia risalgono al XIV secolo.
Sul versante occidentale è stata ritrovata una necropoli di quasi 50 tombe scavate nella roccia.

A 6 km a nord, rimangono resti del castello normanno di Calatubo su un sito risalente agli Elimi, che domina oggi dalla sua roccia l’autostrada A29, in gran parte crollato dal terremoto del Belice nel 1968.

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